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Guardami

Giulia era il tipo di donna che non passa inosservato. Una delle privilegiate che, quando entrano in una stanza, attirano tutti gli sguardi su di sé. E stava uscendo da un periodo di riunioni e conferenze particolarmente impegnative, che avevano finito per stressarla più del solito. Il venerdì sera dell’ennesima settimana impossibile, entrò in un bar, si sistemò a un tavolo con il cocktail della serata e iniziò a navigare. Fu quello il giorno in cui si iscrisse a Sessoincontri. E fu sempre quello il giorno in cui conobbe Alex. Questa è la loro storia. Fatta quasi esclusivamente di sesso, ovvio.

***

“Giulia, mi stai facendo uscire di testa,” disse Alex, gemendo mentre Giulia si toglieva la giacca e si avvicinava al suo letto.
“Come mai?” Chiese Giulia, chiedendosi come il semplice atto di togliersi gli abiti esterni potesse destare Alex.
Sapeva di essere bella da quando tutti glielo avevano detto, ma anche Alex aveva dimostrato di sapere il fatto suo.
Giulia teneva gli occhi sul suo viso mentre sganciava la chiusura anteriore del suo reggiseno di pizzo. Chiuse gli occhi quando i suoi seni rimbalzarono liberi dai vincoli. Ha mantenuto le sue mutandine.
“Wow!”, disse Alex con un fremito.
Giulia prese il suo capezzolo tra il pollice e l’indice e lo sfregò, continuando a tenere gli occhi sul viso di Alex. 
“Cosa dovrei fare ora?” Chiese Alex passandole una mano tra i capelli.
Un’idea arrivò a Giulia, una che era desiderosa di testare.
“Tocca te stesso, Alex. Voglio vederti farlo. “
Giulia fece scivolare le dita sotto l’elastico del perizoma e si tastò le dita. I suoi occhi non lasciarono mai Alex. Osservandolo attraverso gli occhi socchiusi, vide la sua riluttanza svanire mentre accelerava il ritmo con cui si accarezzava.
Ha tirato giù i suoi jeans e slip allo stesso tempo. La sua durezza apparve alla vista, facendo sussultare Giulia.
“Questo è quello che mi hai fatto, Giulia.”
Alex osservò la sua mano che lavorava sotto il fragile pizzo delle sue mutandine. La sua stessa mano andò a lavorare accarezzando la sua dura lunghezza. Lei lo guardò e lui la guardò.
“Potresti accarezzare di nuovo i tuoi capezzoli?” Chiese, “Mi è piaciuto quando l’hai fatto.”
Quindi, con una mano nelle sue mutandine e l’altra sul suo seno, Giulia si accarezzava seguendo il ritmo del piacere che lei stessa stava dando a se stessa e quella che aveva ottenuto guardando un bel uomo masturbarsi.
Gemette piano quando accelerava il ritmo per abbinarsi al suo, un ritmo che solo loro potevano capire. Si mosse la vita mentre amava la mano che stringeva intorno alla sua durezza, e Giulia lo immaginò su di lei, operandola verso un climax con colpi profondi e urgenti.
“Vuoi che mi tolga le mutandine?” Chiese.
“Sì grazie!”
Lo fece scivolare via e lo lanciò attraverso la stanza, poi le prese la mano sul suo calore umido e riprese a piacere.
Osservò la sua durezza crescere e immaginò che stesse sostituendo le dita che aveva dentro e la sua lingua che alleviava la mano che aveva sul capezzolo.
Il suo respiro era più difficile ora che la sua mano lavorava furiosamente, ma attraverso tutto questo il contatto visivo era ininterrotto. Giulia vide che aveva problemi a reggersi, che la tensione rendeva teso tutto il suo corpo. Immaginò il suo corpo duro sospeso su quello di lei, e l’immagine vivida la spinse oltre il bordo. Gridò e scosse di piacere mentre deliziosi spasmi le strappavano il corpo.
Alex lasciò andare e poi la seguì oltre il limite.