Ologrammi e robot nel futuro del sesso

I sexbots stanno arrivando. La tecnologia sta trasformando ogni fase delle nostre vite in modo sempre più impattante. Ciò che è iniziato come un incontro per flirtare attraverso gli schermi e che è passato al vero e proprio sesso virtuale su Skype, ora sta ora portando a prodotti che promettono relazioni più felici e connessioni più significative: l’intimità umana attraverso un’interfaccia digitale. I robot del sesso del resto sono ormai già una realtà.
Da qui, diventa più sexy o più spaventoso, a seconda della tua prospettiva. Gli esperti prevedono che le generazioni future si divertiranno con l’aiuto di occhiali per la realtà virtuale, ologrammi, body stimolanti e, sì, robot erotici. Come cambierà il concetto stesso di sesso se oltre al contatto visivo subentra anche un fattore digitale? Ecco perché questo tipo di app e gadget sono sempre più diffusi, e non più solo per avventurieri sperimentali.
Ormai sono sempre più diffusi dei giocattoli sessuali di nuova generazione che utilizzano le nuove tecnologie per massimizzare il piacere. Dopotutto, i nostri dispositivi ci seguono comunque nei nostri momenti privati: quante coppie si sono stese una accanto all’altra a letto con gli occhi incollati ai loro feed su Instagram e Twitter? Non a caso stanno nascendo dei sex toys dotati di una app capace di collegarsi al giocattolo. Il partner potrà quindi controllare il sex toy anche da migliaia di chilometri di distanza dando così un nuovo significato al “virtual sex”.
I giocattoli sessuali telecomandati non sono nuovi ma quelli di ultima generazione cercano di favorire una maggiore connessione umana umana utilizzando la tecnologia per colmare la stessa distanza emotiva che la tecnologia può creare. Collegando un vibratore a un’app che può essere controllata da lontano, puoi seguire i tuoi esercizi muscolari di Kegel e puoi inviare banali promemoria per l’intimità, incoraggianti (coccola il tuo ragazzo! Prendi una babysitter per i bambini! Invia un messaggio di testo sexy!), il programma mira a normalizzare il ruolo della tecnologia in tutti gli aspetti della propria vita sessuale.
Ci saranno presto anche altri vantaggi nei prossimi decenni, ad esempio con la diffusione dei sexbots e dei giochi di nuova generazione si abbasserà il numero di malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze non pianificate. Il problema dei robot sessuali è che questi ultimi forniscono sempre più molto di più del sesso. I robot sessuali non sono solo bambole con un microchip. Useranno algoritmi di autoapprendimento per coinvolgere le emozioni dei loro partner.
Gli umani, naturalmente, possono navigare abilmente in contesti sia sessuali che non sessuali. Cosa succede se un robot può fare lo stesso? Come possiamo concettualizzare e governare un robot che può passare dalla modalità “gioca con i bambini” durante il giorno alla modalità “gioca con gli adulti” di notte? In altre parole, ci sono molte più domande senza risposta sui robot sessuali di quante siano i robot sessuali reali. Sebbene sia difficile condurre studi empirici fino a quando i sexbots non saranno più diffusi, una governance informata richiede ai ricercatori di esplorare urgentemente questi argomenti. Altrimenti, potremmo assistere a decisioni di governo reazionarie basate sulla supposizione e sulla paura degli scenari del giorno del giudizio.
C’è stato un tempo, non molto tempo fa, in cui gli umani attratti dallo stesso sesso si sentivano in imbarazzo a renderlo pubblico. Oggi, la società è altrettanto ambivalente riguardo all’etica della “digessualità” (digisexuality), una frase usata per descrivere un numero di relazioni intime tra uomo e tecnologia. Ci sarà un tempo, non così lontano nel futuro, in cui gli umani attratti dai robot annunceranno volentieri la loro relazione con una macchina? In molte città, tra cui Torino, alcuni hanno già aperto i primi shops dedicati ai sexbots dove clienti adulti, uomini e donne, possono sperimentare questi robot del sesso.